È una tremenda malattia quella di cui Isabella Ferrari ha confessato di soffrire. Il racconto drammatico della diagnosi
Talento, bravura, bellezza, carisma e professionalità. Sono solo alcune delle caratteristiche che hanno reso Isabella Ferrari una delle divine del grande schermo. Un’artista poliedrica e camaleontica che ha profondamente influenzato il modo do fare cinema.
Isabella Ferrari è stata protagonista di moltissime pellicole importantissime del cinema del nostro paese, tanto da diventare uno dei volti iconici della cinematografia italiana. Un’icona, che grazie al suo talento si è guadagnata numerosi riconoscimenti e premi come il nastro d’argento speciale nel 2014 per la sua interpretazione ne “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, la Coppa Volpi nel 1995 come miglior attrice non protagonista nel film “Romanzo di un giovane povero”.
Tanti riconoscimenti e tante collaborazioni con i grandi cineasti del nostro tempo: è stata diretta da Paolo Sorrentino, da Valeria Golino, Ettore Scola e Ferzan Ozpetek solo per citarne qualcuno. Collaborazioni queste che hanno consentito ad Isabella Ferrari si crescere professionalmente e facendo suoi i piccoli grandi insegnamenti di questi grandi artisti.
Nonostante tutta questa grazia professionale, la vita di Isabella Ferrari non è stata sempre e solo guidata dalla sua buona stella. Purtroppo anche Isabella ha dovuto vivere momenti decisamente drammatici, dolorosi e bui.
Isabella ha dovuto infatti combattere con una terribile e rara malattia che l’ha segnata profondamente. Devastata Isabella ha dovuto convivere con questo pesantissimo fardello che le ha portato via ogni certezza.
Una malattia che per un periodo ha costretto Isabella Ferrari all’immobilità, incapace di muoversi, in una condizione devastante e prostrante che l’ha decisamente ferita.
È Isabella stessa a raccontare di questo periodo incredibilmente drammatico durante un’intervista a Vanity Fair, aprendosi come mai prima e mostrando ai suoi sostenitori tutto il dolore e la frustrazione dietro al suo sorriso in un racconto commovente.
Isabella ha raccontato a cuore aperto, “Qualche anno fa succede che una mattina mi sveglio e non riesco più a muovere le gambe. Tutto è precipitato in fretta. Inizia il calvario delle visite e delle diagnosi. Le diagnosi si dimostrano sempre sbagliate, anche quelle fatte dai medici e ospedali stranieri. Vado all’estero, mando il mio sangue per gli esami negli Stati Uniti. Poi arrivano i dolori accecanti, il cortisone”.
Dolore, incredulità, non sapere cosa stia accadendo al proprio corpo è qualcosa di indescrivibilmente drammatico. Quando le arriva però la consapevolezza di ciò che sta accadendo è come uno schiaffo: “Lì incontro il medico più importante per me. La diagnosi che fa non è per niente buona. Mi perdoni, ma non farò il nome di quella malattia rara perché appena l’hanno fatto a me sono andata su internet, ho digitato la patologia e mi sono spaventata.
Insomma, il medico suggerisce una terapia importante e pericolosa, qualcosa che poteva funzionare solo in una percentuale di casi. Io decido di non farla e parto per Pantelleria. Ero lucidissima, quell’estate, per via delle dosi di cortisone. Dipingevo, mi sentivo molto illuminata e ogni tanto provavo a preparare al peggio i miei figli.
Poi la situazione peggiora, mi riportano a Roma d’urgenza e inizio la terapia. Ogni mattina, per due anni, sono andata in quell’ospedale. E quando non potevo muovermi, dal letto della struttura chiamavo i miei figli via Skype per restare ancorata a loro e alla vita.
Piano piano, un passo alla volta, ce l’abbiamo fatta. Ed eccomi di nuovo in pista, appunto. (…) Ho avuto tanta paura di vivere quando avevo vent’anni. E mi sono fatta venire pure gli esaurimenti con la depressione.
La recente malattia, però, mi ha fatto capire che non devi avere paura di morire. Perché è la paura di vivere a fregarti. Solo quella. Soltanto quella“