Rita Pavone distrutta dal dolore, il lutto insuperabile: “Era la mia mamma artistica”

Rita Pavone è una delle cantanti italiane più rappresentative del nostro Paese ma forse in pochi sono a conoscenza delle sue esperienze come attrice in alcuni film di rilievo della storia del cinema.

La regista Lina Wertmüller per esempio l’ha diretta in film come Rita la zanzara (1966), Non stuzzicate la zanzara (1967) e nella serie per la televisione Il giornalino di Gianburrasca (1964). Dopo la morte di Lina Wermüller avvenuta lo scorso 9 dicembre 2021, Rita Pavone ha più volte ricordato la regista, parlando di lei come di una madre artistica.

Quasi un anno fa ci lasciava una grande regista, Lina Wertmüller morta a dicembre del 2021, una delle recenti celebri scomparse di quest’ultimo anno durante il quale molti sono stati i famosi che ci hanno lasciato.

Per qualcuno la perdita è stata molto più grave, nel caso della Wertmüller sono stati davvero tanti i messaggi di cordoglio, non solo da parte del mondo dello spettacolo ma anche e soprattutto da parte del pubblico che l’ha tanto amata. Tra questi anche Rita Pavone ha espresso l’enorme dolore per la perdita di una donna che ha considerato come una seconda mamma.

Rita Pavone ha raccontato in più occasioni di aver incontrato Lina a casa sua a novembre: “Le avevo telefonato per dirle che ero a Roma e lei mi ha risposto che per me la porta era sempre aperta“. La cantante ha detto di aver trovato la regista benissimo e di averla vista in forma.

Rita Pavone era molto legata alla regista de I basilischi, sia dal punto di vista umano che professionale, riferendosi a lei da sempre come una madre artistica che, in effetti, ha lanciato la sua carriera nel mondo del cinema. Wertmüller, oltre ai film in cui l’ha diretta, ha voluto coinvolgere Rita Pavone nel docufilm di Valerio Ruiz sulla sua vita, Dietro gli occhiali bianchi, in cui ripercorreva la sua carriera.

Lina Wertmüller per Rita Pavone: “Un caposaldo”

Rita Pavone ha rivolto il suo affetto alla regista pensando anche alla figlia Zulima. Nel ricordo di Lina Wertmüller Rita Pavone ha ripercorso i successi della regista menzionando il fatto che proprio lei è stata la prima donna ad aver ricevuto una nomination agli Oscar nella categoria di miglior regia con il film Pasqualino Settebellezze del 1977.

Naturalmente è stato menzionato il film d’esordio di Lina, I basilischi (1963) e poi quello di culto Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974) e Io speriamo che me la cavo (1993) con un indimenticabile Paolo Villaggio.

“È stata un caposaldo: aveva un’intelligenza, una simpatia, un umorismo e nello stesso tempo era romantica e sentimentale”.

Le parole di Rita Pavone esprimono tutto l’amore per una donna che ha sempre considerato come guida e verso la quale nutriva una grande stima. Rita Pavone ha saputo mettere in evidenza anche la sua umanità. Si evince la potenza femminile di una grande regista che ha saputo raccontare in modo sempre originale l’essere umano a trecentosessanta gradi.

La stessa Rita Pavone ha potuto, grazie a Lina Wertmüller, esprimersi in modo originale con film che sono rimasti nel cuore degli italiani.