Paolo Villaggio, la sua incredibile eredità non può essere ignorata: ecco cosa ha lasciato

La sua comicità surreale e innovativa è entrata nella storia, i suoi personaggi ormai sono leggenda. Ecco l’eredità di uno dei più grandi comici d’Italia: Paolo Villaggio. 

Paolo Villaggio è senza ombra di dubbio uno dei più grandi comici d’Italia, nell’empireo della cinematografia mondiale insieme ad altri indimenticabili e indimenticati interpreti, il principe de Curtis Totó, Anna Marchesini,Franco Franchi e molti altri grandi nomi della comicità all’italiana.

La sua ultra cinquantennale carriera è stata costellata di innumerevoli interpretazioni e grandi successi che lo hanno reso simbolo di una cultura condivisa da diverse generazioni. 

La sua morte, all’età di 84 anni, ha lasciato un enorme vuoto nel mondo dello spettacolo, nel cuore dei suoi fan e, naturalmente, in quello della sua famiglia. Fu la figlia Francesca a dare la notizia della morte del papà Paolo via social; un post breve ma intenso, capace di racchiudere in poche parole tutto l’amore e tutto il dolore di una perdita: “Ciao papà ora sei di nuovo libero di volare”.

Paolo Villaggio, morì a causa delle complicanze dovute al diabete, malattia che aveva deciso di non curare fino al suo prevedibile e ultimo peggioramento.

Lui, genovese di nascita, ha cambiato per sempre il corso della comicità italiana, con personaggi memorabili ormai entrati nel patrimonio culturale immateriale degli italiani. I suoi personaggi inediti furono costruiti in modo memorabile, come il professor Kranz o il timido Giandomenico Fracchia. Chi oggi può dire di non conoscere le vicende del grottescamente drammatico ragionier Fantozzi

L’incredibile eredità di Paolo Villaggio

La sua carriera è iniziata in sordina, umilmente, quando ancora studiava all’università. Insieme a lui Mario Baistrocchi. Calcare il palcoscenico, assaporare l’effetto del pubblico, palpare l’emozione nell’aria era ciò di cui Paolo era ebbro solcando numerose piazze in tutta Italia.

Dalle piazze ai palcoscenici televisivi, si ritrova al cospetto di Maurizio Costanzo nel programma ‘Il sabato del Villaggio’. Da qui, sul piccolo schermo, nasce nel 1968 il ragioniere più sfortunato e deriso d’Italia. Ugo Fantozzi. Il resto è cosa nota. I suoi film diventeranno un cult della cinema: è il 1975 quando esce nelle sale Fantozzi. Un successo incredibile. 

Al percorso di attore ha fatto eco quello di scrittore, iniziato con un libro su Fantozzi e seguito da varie opere di carattere satirico e da altri otto romanzi dedicati al ragioniere. 

Non solo, si è cimentato in altri campi come il giornalismo, la radio e il teatro e ricevuti moltissimi riconoscimenti che ne hanno premiato la sua grande capacità creatrice e d’interpretazione. Dal David di Donatello come miglior attore protagonista nel 1990, al Leone d’Oro alla carriera nel 1992, al Nastro d’argento 1994 e il Pardo d’onore a Locarno nel 2000 sono solo alcune delle onorificenze che si è guadagnato. 

Oggi è ricordato come intellettuale a tutto tondo, personalità che come pochi ha saputo raccontare il suo tempo ed è questa l’eredità, forse inconsueta, che ci ha lasciato.